Vogliamo condividere con voi alcuni passaggi dell'articolo di Manageritalia dal titolo " Il Vero Leader sa delegare: ecco come!". Il Testo è tratto dal libro " Tutti si meritano un grande Manager" pubblicato in Italia da Franco Angeli.
"Delegare è come fare un viaggio in macchina. C’è: Il leader che abbandona (abandoning leader) e vuole essere accompagnato a destinazione senza essere minimamente coinvolto nell’operazione. È il capo che delega per scaricare il lavoro sugli altri. Munito di plaid, cuscino e auricolari, si addormenta ripiegato sul suo seggiolino, senza offrirsi di aiutare l’autista a orientarsi o di scambiare due chiacchiere con lui – e di sicuro senza pagare la benzina. L’autista si sente oberato di lavoro e ben poco motivato; anzi, è alquanto indignato. Il micro-manager delega per controllare le cose dal sedile del passeggero. Si aspetta che l’autista si comporti esattamente come farebbe lui, e detta legge su ogni minimo dettaglio («Attento a quell’auto in corsia di sorpasso! Metti la freccia!»). L’autista è irritato e distratto. Il micro-manager sa di doverlo lasciar guidare (o almeno, così gli hanno detto), ma in cuor suo… al volante vorrebbe esserci lui. Il leader abilitante (empowering leader) è quello che delega invitando genuinamente il collaboratore a prendere il volante. Trova il modo di aiutare l’autista (impostando il GPS, sintonizzando la radio sulla stazione giusta, mettendo benzina nel serbatoio ecc.). È il leader che si preoccupa di dare il suo sostegno all’autista, senza voler dirigere ogni sua mossa. E che, alla fine del viaggio, si sente chiedere: «Quando ripartiamo?». Definire il progetto Se non comprendete appieno un progetto, non potrete delegarlo. Quali sono gli obiettivi e le deadline? Quali saranno le competenze fondamentali per il completamento? Quanto tempo richiederà? Avete definito gli aspetti per cui il progetto possa definirsi un successo, avete individuato i parametri chiave su cui concentrarvi? Se non avete chiari questi aspetti, non potete pretendere che li abbiano gli altri. Decidere a chi delegare il progetto Per ciascun team member a cui pensate di delegare un incarico, passate in rassegna questa rapida checklist: • Ne ha il tempo? • È qualcosa per cui ha espresso interesse? • Ha le competenze necessarie? Di quanto coaching avrebbe bisogno? • Riesce a rispettare le scadenze? • Avrà qualche beneficio da questo incarico, acquisendo una nuova competenza, migliorandone una precedente o in qualche altro modo? • Lavorerà bene con gli altri stakeholder? • C’è una possibilità per cui dare questo incarico a questa persona sia considerata dal team una scelta ingiusta? • Lo vedrà come un premio o come un onere, visto che ha già un sacco di cose da fare? Esaminare il progetto con il team member Anche se avete in mente una visione ben chiara, non potete dare per scontato che nella mente degli altri lo sia altrettanto. Farsi ripetere le aspettative Più descrivete con chiarezza scopo, visione e risultati attesi, meno dovrete gestire il processo in sé. In altre parole, spiegate sempre il “perché” e lasciate che sia il team a determinare il “come”. Ecco un modello per delegare il lavoro in modo da evidenziare il “perché” e fare chiarezza. • Esaminare il perché: chiarire perché il progetto è importante. • Esaminare il cosa: i risultati attesi. Stabilite quali siano i parametri di successo e come andrete a misurarli. • Approfondire il come: – linee guida: standard e condizioni da soddisfare; – risorse: persone, budget, strumenti, ecc.; – responsabilità: come monitorare i progressi e le responsabilità personali. Fornire supporto I vostri collaboratori faranno inevitabilmente degli errori, ma saranno perdonati in anticipo. In cambio, non potranno essere sbrigativi e superficiali. È come se aveste allargato la strada: non c’è motivo per cui finiscano fuori. Se qualcosa va storto, devono avvertirvi immediatamente; così potrete rimetterli in carreggiata. Nella vostra cultura, il pre-perdono potrebbe apparire sotto una luce diversa. E se qualcuno viola le regole, potreste dover fare marcia indietro. Ma la maggior parte delle persone, lo vedrete, risponderà come facemmo noi: la gratitudine crea rispetto, ponendo le basi per ragionare in maniera assennata." Leggi l'articolo completo Manageritalia.it Scopri di più sulle nostre attività home
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November 2022
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